Il 21 dicembre la Corte di Giustizia Europea deciderà se Uefa e Fifa agiscono in condizioni di monopolio. In caso di sconfitta gli effetti si faranno sentire anche nella Confederazione.

Il mondo del pallone guarda con grande attenzione al Lussemburgo dove, il prossimo 21 dicembre, la Corte di Giustizia Europea deciderà del destino del calcio e la portata della sentenza potrebbe essere sconvolgente come e più della celeberrima sentenza Bosman che cambiò per sempre le modalità di trasferimento dei calciatori fra le squadre europee.

La causa riguarda il ruolo e la posizione dell’Uefa all’interno dell’ecosistema del calcio europeo. La Corte dovrà decidere se si tratta di un monopolio e se l’Uefa abusa di questo monopolio impedendo la nascita di competizioni alternative alle sue, come il caso della cosiddetta Superlega.

La concentrazione di potere

La Corte dovrà inoltre decidere se è corretta la concentrazione di potere in un’unica istituzione che fa da regolatore, organizzatore e legislatore. Non solo. L’Uefa commercializza il prodotto calcio e corrisponde direttamente a ciascuna società le cifre che le spettano.

Le squadre di calcio, per essere più precisi, non fatturano direttamente al broadcaster cui vengono venduti i diritti ma all’Uefa. Che quindi ha anche un’arma di pressione ulteriore per fare valere le proprie ragioni.

Società Svizzera

Non è solo la natura giuridica dell’Uefa che lascia perplessi coloro che hanno presentato la causa in Lussemburgo. Il fatto che Uefa e Fifa siano società privatistiche con sede in Svizzera e quindi sottostanti alle leggi svizzere e che vedono le proprie controversie gestite nei Tribunali della confederazione viene visto come un anacronismo.

Che potrebbe essere sanato a breve. Se la Corte dovesse confermare lo status quo, tutto rimarrà invariato. Qualunque altra decisione è destinata ad avere impatti rilevanti.

Modello sportivo europeo

A favore della conferma dell’attuale ruolo di Uefa e Fifa è stata l’avvocatura generale, nella persona del legale greco Athanasios Rantos. Il suo parere, che non è vincolante, contiene molti punti a favore dell’Uefa, considerata garante di un «modello sportivo europeo» che giustifica l’esistenza di un monopolio e di una posizione dominante sul mercato, non sanzionabile, per la peculiarità riconosciuta al settore sportivo.

Il parere è arrivato dodici mesi fa. Osservatori legali fanno notare che se la Corte avesse voluto uniformarsi al parere dell’Avvocatura non avrebbe atteso un altro anno per il pronunciamento della sentenza.

Altro parere

Nelle more della decisione della Corte, è arrivato anche un parere di segno opposto, da un legale più prestigioso. Un altro avvocato, il polacco Maciej Szpunar, che – di fatto – è il capo di Rantos, essendo l’avvocato generale, rispondendo a un quesito dell’Anversa sulle norme Uefa che regolano i giocatori del vivaio, ha espresso critiche molto severe sulle normative Uefa accusate di violaree le norme sul monopolio.

Tolte le decisioni estreme, quindi la conferma dello status quo o la distruzione di tutto il castello di norme che finora hanno retto l’Uefa, una soluzione che appare plausibile è un accordo simile a quello che è stata trovato per la Formula 1.

Se la Corte effettuerà un pronunciamento legato al rispetto della normativa sulla concorrenza potrebbe decidere di separare la commercializzazione dell’evento dall’organizzazione. Questo depotenzierebbe enormemente l’Uefa, quesi certamente porterebbe tutta la parte commerciale e non solo lontano dal territorio elvetico, con le ricadute commerciali e strategiche che sei possono capire.

Nuove leghe pronte

Bernd Reichart, l’amministratore delegato di A22 Sports, la societá titolare del progetto Superlega, attende la sentenza e, in caso di esito favorevole è pronto a lanciare un progetto sul modello della Superlega che prevede la creazione di una competizione diversa dall'attuale Champions League. La presentazione potrebbe essere fatta già nei giorni immediatamente successivi alla sentenza.

Non è escluso che anche altri stiano lavorando a progetti di leghe alternative visto che il fronte dei contrari a Uefa e Fifa è andato crescendo nel tempo.