Nella prossima primavera si ridisegnano gli equilibri del potere finanziario italiano con le nomine dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti, Associazione bancaria Italiana e dell’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Fra aprile e maggio prossimi si chiuderanno una serie di partite molto delicate per le definizione degli equilibri fra i poteri finanziari italiani e la compagine di Governo che dovrà dimostrare di riuscire a orientare queste nomine quanto più possibile.

Le cariche che andranno elette sono i vertici di Cdp, Abi e Acri, tre dei più importanti sancta sanctorum della finanza italiana. A questi si può aggiungere la composizione del Cda di Unicredit, che si candida a essere uno degli attori maggiormente attivi nel consolidamento bancario italiano ed europeo.

Una leva irrinunciabile

La Cassa Depositi e Prestiti è un soggetto nevralgico per il sistema finanziario italiano innanzitutto perché raccoglie il risparmio postale, pari a 281 miliardi di euro secondo gli ultimi dati disponibili relativi al 2022. Il gruppo ha risorse impegnate per 30,6 miliardi e investimenti attivati per circa 80 miliardi.

E’ chiaro che avere uomini di propria espressione o vicinanza a capo di questa istituzione rappresenta una leva irrinunciabile. La conferma dell’attuale amministratore delegato Dario Scannapieco è praticamente impossibile visto che Giorgia Meloni lo avrebbe voluto sostituire già un anno fa.

Turicchi in pole

Un vecchio adagio recita che «chi entra papa nel conclave, ne esce cardinale» suggerendo di non dare nulla per scontato quando si tratta si nomine. La cronaca impone di rilevare però come da settimane circoli il nome di Antonino Turicchi, attuale presidente di Ita Airways, quale candidato favorito per l'eventuale successione di Scannapieco.

Ambienti meloniani danno per possibile anche Stefano Donnarumma, ex amministratore delegato di Terna, che in primavera è stato giubilato all’ultimo quando sembrava certo il suo approdo alla carica di amministratore delegato dell’Enel.

Limite di mandati

Per il presidente, che deve essere indicato dalle fondazioni socie di CdP, è difficile che possa esserci il rinnovo di Giovanni Giorno Tempini. Sul fronte delle Fondazioni i due king maker sono Fabrizio Palenzona, presidente della F.Crt, e Giuseppe Guzzetti, ex presidente e nume titolare della F. Cariplo.

Guzzetti vorrebbe al posto di Giorno Tempini la nomina di Francesco Profumo che in aprile scadrà da presidente della Fondazione Sanpaolo, cui non potrà essere rieletto per sopraggiunto limite di mandati. Per la sostituzione di Profumo a Torino si fa con insistenza il nome di Giorgio Barba Navaretti, oggi vicepresidente della Fondazione Unicredit.

Palenzona in Acri

Un nome gradito anche a Palenzona che di Unicredit è azionista tramite la Fondazione Crt oltre che zio di John e Lapo Elkann, che non guasta mai tanto più per fare il presidente di una fondazione con sede a Torino.

Non è un segreto che Palenzona, uomo molto vicino a Giorgia Meloni e amico di lunga data del Ministro della difesa Guido Crosetto, voglia per sé la presidenza dell’Acri. Guzzetti caldeggia l’attuale presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone. Questa partita si interseca inevitabilmente con le altre due e un ruolo di rilevo lo potrebbe giocare Intesa Sanpaolo.

Nuovo contratto dei bancari

La banca guidata da Carlo Messina ha rotto con l’Abi, da cui è uscita in sede di definizione del nuovo contratto dei bancari e vuole la fine del regno dell’attuale presidente Antonio Patuelli.

Giorno Tempini potrebbe essere un candidato perfetto per Intesa all’Abi e in questo caso Messina potrebbe spendersi con Guzzetti per non ostacolare l’ascesa di Palenzona all’Acri. Sullo sfondo rimane la definizione del Cda di Unicredit, che dovrà essere nominato dall’assemblea convocata per il prossimo 12 aprile.

Data per scontata la conferma di Andrea Orcel alla carica di amministratore delegato, la casella più importante da riempire è quella del presidente, visto che la conferma di Pier Carlo Padoan sembri ormai da escludere.

Saviotti o Andreotti

Acclarato che anche in questo caso vale il motto del conclave, nelle ultime settimane sono circolati due nomi con particolare insistenza. Il primo è quello di a Pier Francesco Saviotti, ex ceo del Banco Popolare ed amico di Orcel sin dall’epoca della comune militanza in Merrill Lynch.

Il secondo nome è quello di Lamberto Andreotti, vice presidente vicario e capo del comitato per la corporate governance e le nomine di Unicredit, oltre che figlio di Giulio Andreotti.