Il Governo non vuole che qualcosa possa oscurare il suo successo quando venderà Banca Mps. La nomina di Marina Natale in Bper potrebbe essere di ostacolo.

Il prossimo 19 febbraio scadrà il lock up che vincola il Governo italiano a non cedere la quota residua nel capitale del Monte dei paschi di Siena dopo la recente vendita del 25%, da cui ha incassato 920 milioni di euro. Nessuno dubita che l’Esecutivo cederà anche il restante 39,33% di B.Mps, ma rimane da capire quando questo avverrà. Certamente la vendita verrà perfezionata prima dell’elezioni politiche europee, in calendario il prossimo 9 giugno.

Il salvataggio definitivo di quella che è stata per decenni la banca dei «comunisti» sarà inevitabilmente uno dei fiori all’occhiello della campagna elettorale dei partiti dell’Esecutivo, che sperano di incassare immediatamente il dividendo politico che questa partita assicura, visto che si tratta, tra l’altro, della banca più antica al mondo. E’ evidente, vista la rilevanza del dossier, che per il Governo non sia affatto secondario il curriculum di chi andrà a gestire la banca, tanto più che in caso di matrimonio celebrato carte contro carta, il MeF potrebbe rimanere con una quota tutt’altro che simbolica nella nuova creatura per effetto dei concambi.

Natale piace poco

Il candidato più accreditato al matrimonio col Monte, in ambienti finanziari, in questo momento sembra essere la Bper. La banca ha come suo primo azionista con una quota di circa il 20% UnipolSai Assicurazioni che, a sua volta, ha in Carlo Cimbri il suo deus ex machina, forte della carica di presidente della compagnia sassicurativa e di amministratore delegato della capogruppo. Cimbri era dg di Unipol quando questa era la punta di lancia delle coop rosse e cercò, senza successo, di scalare la Bnl.

I suoi trascorsi «rossi» gli sono stati perdonati quando l'ha salvato la Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti, imprenditore legatissimo alla famiglia La Russa, che con Ignazio oggi esprime il presidente del Senato, e molto vicina a Silvio Berlusconi. Recentemente, indiscrezioni di stampa davano Marina Natale in Pole position per sostituire Piero Montani alla carica di ad di Bper la prossima primavera, quando l’assemblea sarà chiamata a rinnovare lue cariche. Natale, ex banchiere di Unicredit, è stata fatta fuori da Amco dal governo perché ritenuta troppo vicina al Partito Democratico. E nessuno al Governo la vorrebbe al Monte.

Ghizzoni in manovra

Il grande elettore di Marina Natale sarebbe Federico Ghizzoni, numero uno di Rothschild Italia e soprattutto ex amministratore delegato di Unicerdit dove ha avuto modo di stringere una solido rapporto di stima con Natale. Ghizzoni è storicamente uno dei manager più ascoltati da Cimbri. Il piano B di Ghizzoni prevede una transizione più morbida con una riconferma di Piero Montani, banchiere molto apprezzato in Bce e Banca d’Italia e in particolare estremamente caro al neo governatore Fabio Panetta che verrebbe affiancato dall’attuale Ceo di Mps Luigi Lovaglio, con un ruolo da Cfo.

Anche Lovaglio è stato un riporto di Ghizzoni all’epoca di Unicredit, guadagnandosi i galloni del comando con i successi ottenuti in Bank Pekao. Un passaggio del testimone fa lui e Montani renderebbe meno evidente il fatto che il Ceo della banca acquisita andrebbe a fare il capo-azienda della realtà che invece risulterebbe esercitare la primazia nell’eventuale fusione. Alla guida di Bper ambisce da tempo un altro Ghizzoni boy, Gianni Franco Papa, presidente di Banca Carige e di Banca Cesare Ponti, entrambe controllato da Bper, ma le sue quotazioni sono molto basse, al momento.