Banche in fusione e dazi globali: il pragmatismo di Fabio Panetta
Fabio Panetta, Governatore di Bankitalia, ha evidenziato il consolidamento in corso nel settore bancario italiano, sottolineando il ruolo centrale del mercato e i rischi legati all’instabilità globale.
Fabio Panetta, Governatore di Banca d’Italia, proviene dal settore della vigilanza e non, come il suo predecessore, dall’ufficio studi. Inevitabilmente, le sue osservazioni risultano più improntate al pragmatismo che alla dottrina, conferendo alle sue parole un’interessante originalità.
Nelle considerazioni finali pronunciate durante l’assemblea annuale di Banca d’Italia, il Governatore ha affrontato il tema del consolidamento nel settore bancario. Affermando, in termini apparentemente salomonici, che sulle offerte «decide il mercato», ha di fatto offerto un assist a Unicredit, impegnata a fare i conti con le condizioni imposte dal governo per l’offerta su Banco BPM.
Concentrazione e ruolo del mercato
«Negli ultimi mesi sono state annunciate operazioni di concentrazione complesse, talvolta in competizione tra loro, che coinvolgono banche di varie dimensioni e specializzazioni, compagnie assicurative e società di gestione del risparmio» ha spiegato Panetta, ricordando che «tre anni di forti profitti hanno messo a disposizione delle banche risorse significative, oggi impiegate per avviare iniziative in grado di ridurre la frammentazione del mercato creditizio italiano, avvicinandone il livello di concentrazione a quello degli altri principali paesi europei».
«Le aggregazioni rappresentano un momento di discontinuità nella vita degli intermediari» ha proseguito il Governatore.
Una banca più forte e competitiva
Fabio Panetta, Governatore di Banca d’Italia (Immagine: BdI)
«Devono servire a rafforzarli e, a questo scopo, è necessario che siano ben concepite e orientate esclusivamente alla creazione di valore. Creare valore significa, innanzitutto, offrire a imprese e famiglie finanziamenti adeguati per entità e costi; strumenti di impiego del risparmio efficaci, trasparenti e a condizioni eque; servizi qualificati e innovativi, coerenti con le esigenze di sviluppo del Paese».
Nella sua analisi sullo stato di salute del comparto bancario italiano, Panetta traccia un quadro incoraggiante, sottolineando che i dati di bilancio e le valutazioni di mercato confermano la solidità del sistema. Il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione continua a migliorare e, sebbene il margine di interesse inizi a risentire del calo dei tassi, la redditività è sostenuta dal buon andamento delle commissioni, soprattutto quelle derivanti dalla gestione del risparmio.
Impatto sui conti e prospettive di resilienza
In buona sostanza, «il rendimento del capitale rimane elevato e le prospettive sono stabili». Positiva anche l’analisi sullo stato di salute delle banche di minori dimensioni, solitamente più esposte al calo del margine di interesse. «In ogni caso» ha aggiunto, «l’alta redditività e le riserve patrimoniali accumulate mettono il sistema bancario italiano in condizione di assorbire eventuali shock».
Panetta non poteva esimersi da un giudizio sullo stato di salute dell’economia globale, messa a dura prova dai dazi statunitensi. «L’inasprimento delle barriere doganali potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di due anni» ha illustrato.
Impatto dei dazi sull’economia globale
«Negli Stati Uniti, l’effetto stimato è circa doppio. I dazi possono comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase già caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo. Stanno inoltre incidendo negativamente sulla fiducia di famiglie e imprese, con possibili ripercussioni su consumi e investimenti».
«L’annuncio di dazi elevati» ha poi aggiunto il Governatore, «sembra essere utilizzato come leva negoziale per ridefinire i rapporti economici e politici internazionali. Ma questa strategia può comportare effetti difficili da prevedere e da gestire». I dazi attualmente in vigore negli Stati Uniti sono i più elevati dal secondo dopoguerra e stanno favorendo l’affermazione di un «ordine multipolare» in cui cresce il peso dei rapporti di forza.
Navigare in acque incerte
«Ne stanno risentendo persino le relazioni, storicamente molto strette, tra Stati Uniti ed Europa. Dobbiamo prepararci a navigare in queste acque incerte senza rinunciare ai nostri valori e senza restare indietro», ha concluso Panetta.