Il Ceo prevede di battere i risultati record del 2023 e di alzare la cedola. Non vede grosse minacce per il settore del risparmio gestito e continua a puntare sui consulenti.

La convention annuale di Banca Mediolanum è da sempre un momento chiava per l’azienda dove il capozienda, ieri Ennio, oggi Massimo Doris traccia le linee su cui il gruppo dovrà dirigersi, possibilmente a passo di corsa. I dati record del 2023 non intimidiscono il Ceo di Banca Mediolanum che anzi spinge le attese ancora più in là.

«L'anno scorso – ha spiegato – abbiamo fatto quattro miliardi di accolta netta gestita, quest'anno conto di fare ancora di più. Anche il margine di interesse crescerà». Tutto questo nonostante i primi due mesi dell’anno non siano stati entusiasmanti. «La partenza è stata più tranquilla, ma sarà un crescendo», ha assicurato il Ceo aggiungendo che «ripartiranno anche mutui e prestiti».

Mantra consolidato

Il mantra consolidato delle società finanziarie italiane è la soddisfazione dell’azionista e Mediolanum non fa eccezione. «L'obiettivo ormai da tempo è pagare un dividendo superiore a quello dell'anno precedente» ha spiegato Doris. «Nel 2019 e nel 2021 abbiamo aggiunto alla cedola di base un dividendo speciale perché abbiamo avuto molte commissioni di performance.

L'anno scorso gli utili sono cresciuti parecchio, spinti non da un fattore voltatile, ma dal margine di interesse e dalle commissioni nette, in salita. Abbiamo alzato tantissimo il dividendo arrivando a 0,7 euro per azione. Ho la ragionevole certezza di poter pagare per il 2024 un dividendo superiore, nel 2025 ancora di più e così via».

Il 2024 anno positivo per risparmio gestito

L’attesa flessione dei tessi di interesse dovrebbe dare ossigeno al comparto dei fondi obbligazionari e dovrebbe consentire al settore del risparmino gestito di vivere un anno positivo, anche se non eccezionale, nonostante la competizione dei Btp Valore lanciati dal Ministero dell’economia che continuano a drenare importanti quantità di liquidità degli italiani.

«Il 2024 – ha aggiunto Doris – sarà un anno positivo, magari non eccezionale. I tassi un pò più stabili, e una molto probabile inversione della curva, sosterranno i risultati dei fondi obbligazionari. Non vedo grosse minacce per il settore nemmeno dalla Ai visto che la figura umana del consulente è a tutt'oggi centrale per una grossa fetta del mercato».

Il 2024 sarà l’anno dell’atteso consolidamento del settore bancario di cui Mediolanum sarà spettatore interessato. «Non abbiamo piani di acquisizioni o aggregazioni, proseguiamo da soli come abbiamo sempre fatto, con una crescita organica» ha ribadito Doris che non è voluto entrare nei rumor legati al futuro di Mediobanca di cui B.Mediolanum detiene il 3,42% del capitale. «Incassiamo i dividendi di Mediobanca, siamo contenti» ha detto.

Tempi non maturi per Berlusconi in Cda

A breve Mediolanum riunirà l’assemblea degli azionisti che sarà chiamata anche al rinnovo del Cda. La Bce non ha ancora sbloccato i diritti di voto eccedenti il 9,9% sulla quota del 30% del capitale di Mediolanum in pancia a Fininvest. La misura era stata presa quando Silvio Berlusconi aveva perso i requisiti di onorabilità e non ha motivo di essere nel futuro.

Quindi un Berlusconi potrà tornare a far parte del Cda di Mediolanum, ma non in questo giro di nomine per fattori meramente tecnici. «Le cose stanno andando molto bene, ma non ci sono i tempi tecnici necessari alla Bce per sbloccare» il resto della quota.