L’amministratore delegato rivendica il grande ruolo sociale giocato dalla sua banca e non esclude che a breve possa iniziare una nuova ondata di consolidamento.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

«Inevitabilmente, da qua a dieci anni, si determinerà un forte consolidamento del settore bancario. In Italia abbiamo la possibilità di giocare una partita da leader in questo contesto».

Lo ha affermato Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, durante il gala di festeggiamento dei 35 anni del quotidiano «MF Milano Finanza» rivendicando il ruolo di sostegno del terzo settore che la sua banca ha sempre avuto e continua ad avere.

Un dovere per un'azienda

«Quello che sarà fondamentale è avere il giusto modello di business, ovvero quello che punta sul risparmio gestito e l'assicurazione. Il modello di business commissionale è quello vincente, l'unico che garantisce la sostenibilità dei risultati. Finché i tassi restano alti è facile per tutti fare utili, ma quando torneranno al 2% si vedrà chi avrà azzeccato il modello di business e gli investimenti in tecnologia».

«In banca», ha spiegato «abbiamo stabilito che, una volta raggiunto un livello di redditività soddisfacente per gli azionisti, dobbiamo destinare una forte componente di extra reddito alla comunità. Nel corso dei prossimi anni destineremo un miliardo e mezzo a supporto di chi ha bisogno. Credo che sia un dovere per un'azienda che genera una redditività elevatissima».

Tasse per 4,6 miliardi

Intesa Sanpaolo ovviamente è uno dei primi contributori nazionali in termini di imposte pagate. Le imposte dirette e indirette sostenute dalla banca nel 2023 sono state pari a 4,6 miliardi di euro, in aumento di 1,4 miliardi rispetto al 2022, con un significativo beneficio al bilancio pubblico proveniente dai risultati di Intesa Sanpaolo che, sempre lo scorso anno, ha erogato credito a medio e lungo termine per oltre 40 miliardi di euro sostenendo nel ritorno alla normale operatività 3.600 aziende.

Modello economico-produttivo circolare

«Intesa Sanpaolo», ha spiegato poi Messina parlando si soci in assemblea «ha adottato da tempo politiche e indicatori Esg nel suo modo di fare banca, diventando la prima Impact Bank a livello globale. Siamo l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices, la prima in Europa e la seconda al mondo nel Corporate Knights Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index 2024 e la prima tra le banche di pari dimensioni nelle valutazioni di Sustainalytics. Alle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021-2026 dedicate alla green economy, all’economia circolare alla transizione energetica stiamo affiancando nuovi finanziamenti per un ammontare complessivo di circa 76 miliardi di euro».

Solo nel 2023 la banca ha erogato circa 1,7 miliardi di euro di Mutui Green e 5,6 miliardi di euro per le imprese che si impegnano nell’adottare progressivamente un modello economico-produttivo circolare.

Green e social bond

Tra il 2022 e il 2023 Intesa Sanpaolo ha emesso otto green e social bond per un ammontare complessivo di 7,8 miliardi di euro, destinando circa 18,1 miliardi di euro nel 2023 a nuove erogazioni verso settori economici più sostenibili.

«Come in ogni ambiente bancario, ciò che negli anni è rimasto uguale è la necessità di garantire fiducia e reputazione: questo è il vero fattore differenziale per il nostro settore. Un nostro fattore distintivo è la qualità dei nostri azionisti, perché noi abbiamo avuto la fortuna di nascere attraverso un percorso che ha portato delle fondazioni bancarie ad investire molto, insieme ad altri, costruendo la forza di questa banca», ha poi aggiunto Messina.