Savona al Festival di Trento: «Criptovalute? Non avranno mai il mio sigillo»

Durante il suo intervento Paolo Savona ha avvertito che un riconoscimento normativo delle valute digitali private potrebbe «distruggere un sistema» finanziario costruito in decenni di regolazione.

Il numero uno della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) ha ricordato che queste monete promettono rendimenti più alti della valuta pubblica, ma non garantiscono alcun rimborso: «Non c’è un debitore, e alla fine nessuno è responsabile».

Un economista sempre controcorrente

Non è la prima volta che Savona, classe 1936, esprime posizioni eterodosse: già in passato aveva messo in dubbio i parametri di Maastricht e persino la tenuta dell’euro.

Anche oggi si colloca «ostinato e contrario» rispetto a regolatori come l’amministrazione statunitense, impegnata a disegnare una prima cornice normativa sulle crypto.

Contabilità, non solo emissione

Savona sottolinea che la normativa tradizionale regola emittenti e prodotto, ma trascura la contabilità distribuita alla base delle criptovalute.

«Le nostre infrastrutture informatiche, comprese quelle della Banca d’Italia, non sono in grado di censire le oltre 10.000 cryptocurrency esistenti», ha spiegato, invitando le autorità a colmare in fretta questo gap.

Il tallone d’Achille della cybersecurity

Il vero fronte caldo resta la sicurezza: «Nel 2024 si sono registrati 320 attacchi hacker, quasi uno al giorno», ha denunciato Savona, evidenziando la vulnerabilità degli scambi su blockchain.

Se il Parlamento non interverrà, dovranno farlo «i tecnici e le autorità», ha insistito, ricordando che la protezione di Bitcoin «è elevatissima, ma non invulnerabile».

L’euro digitale non è una guerra al dollaro

Guardando all’euro digitale, Savona esclude intenti bellicosi verso il dollaro: l’obiettivo è costringere Washington a discutere con l’Europa di stabilità monetaria e tutela del risparmio.

«Non voglio mettere il mio sigillo alla legittimazione delle criptovalute», ha concluso, «ma sono pronto ad assumermi la responsabilità di questa obiezione di coscienza».