Cripto in Borsa: Tether guida lo sbarco di Twenty One a Wall Street

Di Maria Chiara Consoli, redattrice di finewsticino.ch a Milano

Twenty One vantava 43.514 BTC – circa 4 miliardi di dollari – prima della fusione, diventando così uno dei più grandi tesorieri aziendali di Bitcoin al mondo.

L’azienda si definisce come «la prima nativa Bitcoin a essere quotata», con un modello incentrato sull’«accumulo di bitcoin a capitale efficiente» e sullo sviluppo di servizi legati all’ecosistema della criptovaluta.

Azionariato – Il peso decisivo di Tether

Tra i principali soci della nuova realtà spicca Tether, che apporta 23.950 Bitcoin, affiancata da SoftBank con 10.500 BTC e Bitfinex con 7.000 BTC. Un rafforzamento strategico per la società guidata dagli italiani Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini, rispettivamente ceo e presidente.

Un passo che suona anche come rivincita contro il rating «weak» di S&P, contestato duramente da Ardoino come «una valutazione che guarda al passato».

Riserve colossali – Quasi una piccola banca centrale

Uno dei punti critici sollevati da S&P riguarda la quota di Bitcoin a garanzia degli USDT, pari al cinque virgola sei percento. Su riserve complessive da 162,5 miliardi di dollari, 10 miliardi derivano infatti da BTC.

Il resto include 112,4 miliardi in Treasury statunitensi, 21 miliardi in pronti contro termine e 12,9 miliardi in oro. Se si esclude il metallo giallo, l’ammontare si avvicina a quello delle riserve di una banca centrale occidentale, superiore perfino alla Banca Centrale del Canada. Un dato che impressiona e alimenta i timori di instabilità.

Relazioni politiche – Una pace di convenienza con Washington

Lo sbarco a Wall Street rappresenta un segnale distensivo verso l’amministrazione Trump, storicamente più favorevole all’industria cripto ma diffidente verso una stablecoin in dollari controllata da una società non americana con sede in El Salvador.

La collaborazione con Cantor Fitzgerald – gestore delle riserve di Tether e guidata per decenni da Howard Lutnick, oggi segretario al Commercio USA – rafforza questo riavvicinamento.

Wall Street – La resa della finanza mainstream al Bitcoin?

La decisione di Vanguard di entrare nel settore con un proprio ETF segna un cambiamento radicale: l’ultimo argine della finanza tradizionale sembra caduto.

Per gli osservatori, l’IPO di «Twenty One» – ticker XXI – sarà la prova definitiva dell’accettazione del Bitcoin nei mercati regolamentati.

Effetti collaterali – Una possibile spinta al sogno Juventus

Il nuovo legame con gli Stati Uniti potrebbe rivelarsi utile anche per l’ambizione più personale di Ardoino e Devasini: acquisire la Juventus, di cui già detengono l’undici percento.

Al momento, la Exor di John Elkann – che controlla il sessantacinque percento del club – ha respinto l’idea, giudicando i due imprenditori troppo lontani dalla tradizione della famiglia Agnelli.

Ma un eventuale trasferimento della sede di Tether negli USA e un riconoscimento politico più forte potrebbero cambiare lo scenario.

Conclusioni – Una quotazione che fa sistema

L’ingresso in Borsa di Twenty One apre una nuova fase per le cripto-aziende: più trasparenza, più visibilità e più vigilanza dei mercati.

Tether punta a consolidarsi come attore di sistema, con implicazioni che vanno ben oltre Bitcoin e che potrebbero influenzare tanto Wall Street quanto il panorama finanziario europeo.