Boom del lusso al Chedi, ma Sawiris chiude l’avventura in Borsa senza gloria
I numeri dell’impero Chedi sono in realtà positivi: Andermatt Swiss Alps, proprietaria del resort, controllata al 49% dalla ancora quotata Orascom Development Holding (ODH) e al 51% dalla famiglia dell’investitore egiziano Samih Sawiris, ha raddoppiato l’utile nel quarto trimestre 2024, raggiungendo i 10,4 milioni di franchi.
Il fatturato nel settore immobiliare è in crescita, anche grazie all’eccezione alla Lex Koller, che consente a pochi eletti, come il Chedi, di offrire appartamenti di lusso all’interno del resort.
Addio alla Borsa
Anche il resort The Chedi Andermatt risulta ben prenotato, a conferma del suo successo. Tuttavia, ODH ha deciso di dire addio alla Borsa svizzera. I risultati di gruppo per il 2024 sono stati contrastanti: in Egitto, il principale mercato di riferimento, il conflitto a Gaza e la svalutazione della valuta hanno inciso negativamente sui conti.
La SIX Exchange Regulation ha fissato la data ufficiale del delisting per il 5 giugno 2025, con l’ultimo giorno di negoziazione previsto per il 4 giugno.
Dall’euforia iniziale al brusco atterraggio
Si chiude così un capitolo iniziato nel 2008 con grandi ambizioni: all’epoca, il titolo Orascom aveva debuttato a 152 franchi per azione, spinto dalle aspettative di tassi di crescita a due cifre. Di quelle speranze è rimasto poco: il titolo è rimasto per anni sotto i 5 franchi.
All’inizio del 2025, la famiglia Sawiris ha riacquistato la maggior parte delle azioni ancora in circolazione a 5,60 franchi per azione – circa il 40% in più rispetto al prezzo di mercato. Nessuno è stato costretto a vendere, ma l’offerta pubblica ha portato la famiglia al controllo di oltre il 97% del capitale.
La motivazione ufficiale per l’uscita dalla Borsa: senza gli obblighi di una società quotata, l’azienda può essere gestita in modo più efficiente.
Un sogno svanito
Per molti piccoli azionisti che avevano investito all’IPO, il delisting rappresenta una perdita significativa. Le grandi aspettative – alimentate anche dall’ambizioso progetto di sviluppo di Andermatt – non sono mai state realizzate in Borsa.
Nemmeno l’aumento di capitale del 2022, con un prezzo di 7 franchi per azione, è riuscito a riconquistare la fiducia del mercato.
La corsa al lusso in Svizzera continua
Mentre Orascom si ritira dai mercati finanziari, il settore dell’hotellerie di lusso in Svizzera vive una fase di boom. Progetti come l’Appenzeller Huus di Jan Schoch a Gonten o i nuovi Mandarin Oriental a Zurigo e Lucerna testimoniano la fiducia nella Svizzera come meta d’elezione per il turismo di lusso.
Investitori come Silvio Denz, Peter Spuhler, Thomas Straumann e la famiglia Niarchos investono somme ingenti nella ristrutturazione di hotel iconici come il Kulm St. Moritz, il Trois Rois di Basilea e il Florhof di Zurigo.
Nel 2023, in Svizzera sono state registrate oltre 41 milioni di notti in hotel – un record, spinto anche dagli ospiti internazionali.
Un business impegnativo
Nonostante il boom, l’hotellerie di lusso resta un settore impegnativo, come dimostra il caso del Dolder Grand a Zurigo: nel 2024, l’hotel ha registrato un utile operativo di 4,8 milioni di franchi – risultato possibile solo grazie alla rinuncia a crediti da parte della famiglia Schwarzenbach per 12,6 milioni di franchi. Oggi la gestione è affidata al figlio, Guy Schwarzenbach, coinvolto anche nella Amina-Bank.
Dietro le quinte
Nel settore del lusso, queste forme di sostegno finanziario non sono rare. Raramente le operazioni alberghiere riescono a ripagare i capitali investiti o a generare rendimenti significativi sul capitale proprio. Per Orascom, il capitolo Borsa si chiude qui. Lo sviluppo di Andermatt proseguirà, ma lontano dai riflettori, senza comunicazioni trimestrali e senza un titolo quotato.
Un percorso simile a quello di Silvio Denz, che recentemente ha lasciato la Borsa per concentrarsi sul suo impero del lusso, Lalique, che comprende anche hotel con ristorazione di alto livello.



      
      