ASG contro i costi FINMA
Di recente, l’ASG ha preso posizione contro l’aumento del contributo di vigilanza richiesto dalla FINMA, sollecitata da numerose lamentele tra i suoi membri. L’importo addebitato agli organismi di vigilanza (ODV) – e trasferito poi ai gestori – ammonterebbe nel 2025 a circa 6.500 franchi per soggetto, contro i 3.148 franchi del 2023.
Secondo l’ASG, in alcuni casi i costi totali di vigilanza avrebbero superato i 10.000 franchi annui, includendo anche gli onorari degli ODV.
A carico del settore
A differenza di molte autorità pubbliche, la FINMA è finanziata tramite emolumenti e contributi imposti agli operatori vigilati, secondo l’art. 15 della Legge sulla vigilanza. Per i costi non coperti dalle tariffe, si applica un contributo settoriale annuo, fatturato agli ODV.
L’ASG contesta che solo una parte dei costi sia attribuita a chi effettivamente li genera. Nel 2024, la quota delle tariffe era del 30%, il resto coperto dal contributo.
Nessuna via legale
L’associazione denuncia anche la mancanza di tutela legale per i gestori, che per contestare il contributo dovrebbero agire contro il proprio ODV. Ma questi ultimi evitano cause, ritenendole poco promettenti.
L’ASG critica in particolare il fatto che il contributo sia usato per coprire costi interni della FINMA relativi a pratiche di autorizzazione complesse, anche a danno di operatori con modelli semplici.
«I piccoli non pagano per i grandi»
L’ASG si dice anche preoccupata per alcuni malintesi tra i membri. In particolare, respinge l’idea che i piccoli pagherebbero per i grandi. Le dimensioni aziendali non sarebbero un parametro legale rilevante per la ripartizione dei costi.
Allo stesso tempo, l’associazione rifiuta la tesi secondo cui la FINMA stia crescendo a scapito delle piccole imprese, sottolineando che l’aumento delle risorse è stato reso necessario dalle oltre 1.500 richieste di autorizzazione degli ultimi anni.
Serve una riduzione
Tuttavia, l’ASG ora si attende una riduzione del personale: «L’ondata autorizzativa è finita, restano poche richieste da trattare». Non sarebbe sensato destinare risorse nate per l’autorizzazione alla sorveglianza ordinaria.
La posizione dell’ASG arriva poco dopo l’intervento di un nuovo attore: l’associazione «Initiative Patrimoniale Suisse» (Inpasu), che a inizio luglio ha chiesto una riforma profonda del sistema di vigilanza.
Trasparenza inesistente
Secondo Inpasu, tra il 2022 e il 2024 i contributi FINMA si sarebbero moltiplicati senza una spiegazione pubblica, senza trasparenza e senza diritto di opposizione. Il presidente Roger Fromm parla di un «assegno in bianco» in mano alla FINMA.
A suo avviso, sono le piccole realtà a sopportare i costi «relativi» maggiori.
ODV troppo dipendenti?
La critica di Inpasu è ancora più dura di quella dell’ASG. Secondo l’associazione, gli ODV non possono difendere gli interessi dei loro membri poiché dipendono da una licenza FINMA.
Martin Neese, ex presidente del VQF, afferma che un ODV davvero indipendente avrebbe già preso posizione pubblica sui recenti sviluppi. Ma la concorrenza tra ODV impedirebbe una voce unitaria.
Attesa da Berna
Inpasu richiama anche un’interpellanza parlamentare presentata a giugno dal consigliere nazionale Benjamin Fischer (UDC), che solleva questioni cruciali sulla legittimità dei costi FINMA e sul ruolo degli ODV. La risposta del Consiglio federale è attesa con interesse.
Resta da vedere se ASG e Inpasu proseguiranno su strade parallele o se l’associazione più grande sfrutterà il ruolo più combattivo della nuova arrivata come complemento tattico.