Governance e crescita: nessuna ricetta unica, ma percorsi su misura
Dell'inviato Giorgio Armandola, pubblicista italiano di finewsticino.ch
Ceresio Investors rappresenta il gruppo bancario svizzero che fa capo a Banca del Ceresio – specializzato nella gestione di patrimoni, nella custodia titoli, nel Corporate & Investment Banking e nel consolidamento fiscale e patrimoniale – fondato nel 1919 a Milano da Antonio Foglia.
La terza generazione della famiglia Foglia è attiva oggi a Lugano, con Giacomo Foglia che ha portato ai partecipanti il saluto di Ceresio Investors.
Tendenze principali
Alessandro Santini, Group Executive Board Member e Responsabile del programma di investimento Ceresio Investors Private Markets, ha introdotto la discussione citando i principali trend di settore.
Borsa Italiana, nel decennio 2014-2025 ha conseguito una performance in termini di crescita seconda solo a quella degli USA, mentre nel 2019-2025 ha addirittura superato i risultati statunitensi e quelli europei.
Forte presenza del capitalismo famigliare in Italia
Evento Ceresio Investors a Lugano (Immagine: CI)
Dal punto di vista degli assetti proprietari, Consob conferma che la realtà italiana si caratterizza per una forte presenza del capitalismo familiare, con poco oltre il 60% delle società quotate controllate da privati, percentuale che sale al 67% nel mondo delle PMI.
Il mondo del private equity, dopo una flessione nel 2023, si conferma in forte crescita nel 2024, con un incremento del 24%. Tuttavia, in Italia, gli investimenti nel Private Equity restano molto sotto la media europea, raggiungendo un valore pari al 21% del PIL, contro il 54% a livello europeo.
Non esiste una ricetta unica per lo sviluppo
Con la moderazione del prof. Carmine Garzia (SUPSI e UNISG), la discussione si è incentrata attorno a tre storie aziendali molto diverse tra loro, ma tutte accomunate da un fattore comune, che si può riassumere nell’importanza attribuita ad un allineamento tra azienda, investitori e capitale umano.
Giorgio Franceschi, Amministratore Delegato di ISA – Istituto Atesino di Sviluppo, Pierluigi Paracchi, CEO di Genenta Science (Nasdaq: GNTA) e Chairman Fondazione Praexidia, e Nils Planzer, CEO e Presidente del CDA di Planzer – tra i più noti operatori nel mondo della logistica – hanno messo a confronto le rispettive esperienze e storie di sviluppo aziendale, ciascuna caratterizzata da fattori peculiari.
Fattore comune
Si va da chi ha scelto la quotazione sul mercato internazionale, come Genenta, quotata a Wall Street, a chi ha privilegiato una crescita a forte connotazione familiare, come Planzer, a chi ha abbracciato valori fortemente etici, ed interlocutori di pari attitudine, come ASI, fortemente collegata al mondo cattolico, coerentemente con le proprie origini e la propria storia ormai centenaria.
Fattore comune di tutte le storie aziendali è la forte connotazione di individualità delle scelte di sviluppo: ognuno ha il suo background, il proprio orientamento in termini di gerarchia degli obiettivi, il proprio atteggiamento verso il capitale umano. Non esiste una ricetta univoca per lo sviluppo.
Lo stesso diverso atteggiamento verso l’equilibrio tra gli interessi aziendali, quelli degli investitori e quelli degli altri stakeholders ne è testimonianza.
Le sfide del private market
Il portato del dibattito può essere riassunto nelle parole di Santini, che ha così sintetizzato i risultati della discussione ed il ruolo che Ceresio Investors intende ricoprire tramite un approccio costruttivo al mercato:
«I Private Markets continuano a crescere, offrendo soluzioni flessibili e personalizzate per le aziende in fase di sviluppo, ma anche sfide in termini di accessibilità e trasparenza. Come Gruppo, non proponiamo una via predefinita: crediamo che ogni percorso debba essere costruito su misura, in base alle caratteristiche e agli obiettivi dell’impresa.»
In altre parole: centralità dei rispettivi ruoli, approcci personalizzati e visione condivisa degli obiettivi di crescita nel medio-lungo periodo.