Crolla il potere del passaporto statunitense
Attualmente il passaporto USA è classificato al 12° posto, con accesso senza visto a 180 su 227 destinazioni nel mondo, a pari merito con la Malesia, secondo l’Henley Passport Index. Dopo essere stati al primo posto nel 2014, gli Stati Uniti escono per la prima volta dalla top 10 dall’istituzione dell’indice, vent’anni fa.
Il calo è stato attribuito a cambiamenti nell’accesso senza visto da parte di Paesi come Brasile, Cina, Papua Nuova Guinea, Myanmar, Somalia e Vietnam.
Seconde cittadinanze
Secondo Henley, il calo del valore dei passaporti statunitensi sta determinando una «crescita senza precedenti della domanda di residenza e cittadinanza alternative».
I dati della società indicano che gli americani sono diventati di gran lunga il gruppo con la maggiore domanda di programmi di migrazione per investimento nel 2025, con richieste nei primi nove mesi dell’anno già superiori del 67% rispetto al totale del 2024.
Volatilità senza precedenti
«Di fronte a una volatilità senza precedenti, investitori e famiglie americane facoltose adottano strategie per proteggere il patrimonio, ottenendo ulteriori opzioni di residenza e cittadinanza. Sfruttano le differenze tra paesi per ottimizzare risultati personali, finanziari e di stile di vita», ha dichiarato Dominic Volek, responsabile del gruppo Private Clients presso Henley & Partners.
«Il calo del valore del passaporto statunitense nell’ultimo decennio non è solo un riassetto delle classifiche: segnala un cambiamento fondamentale nella mobilità globale e nelle dinamiche del soft power. Le nazioni che puntano su apertura e cooperazione stanno avanzando rapidamente», ha aggiunto Christian Kaelin, presidente di Henley & Partners e ideatore dell’Henley Passport Index.
Il dominio dell’Asia
Al contrario, l’Asia è in crescita, con i primi tre posti occupati da paesi della regione, guidati da Singapore (accesso senza visto a 193 destinazioni), seguita dalla Corea del Sud (190 destinazioni) e dal Giappone (189 destinazioni).
La Cina è un caso particolarmente significativo, essendo il paese che ha guadagnato più posizioni nell’ultimo decennio, passando dal 94° posto nel 2015 al 64° nel 2025, con un incremento di 37 destinazioni senza visto, arrivando a 82.
Nuovi conflitti
«Il ritorno al potere di Trump ha generato nuovi conflitti commerciali che riducono la mobilità americana, mentre l’apertura strategica della Cina ne aumenta l’influenza globale. Questi percorsi divergenti riformuleranno le dinamiche economiche e di viaggio in tutto il mondo», ha dichiarato Tim Klatte, partner di Grant Thornton China.