Le startup investite sono arrivate a valere 67 miliardi di euro lo scorso anno. Negli ultimi anni Italia in controtendenza rispetto all’Europa con una raccolta i crescita dell’88%.

Nel decennio conclusosi nel 2023 il venture capital italiano ha complessivamente investito circa 8 miliardi di euro in startup, attraverso investimenti annui passati da 152,1 milioni di euro nel 2013 a 1,1 miliardi di euro nel 2023.

Si deve anche a tali investimenti se oggi in Italia si contano oltre 13.000 startup che, unitamente a circa 2000 PMI innovative (nate dopo il 2010), nel 2023 hanno generato un valore della produzione di oltre 9,3 miliardi di euro occupando circa 62.000 persone.

Trend accelerato nel 2023

E’ quanto si apprende dal report «State of Italian Vc» realizzato da P101, uno dei principali gestori di fondi di venture capital in Italia, specializzato in investimenti in società innovative e technology driven in Europa che annovera tra gli investitori dei propri fondi Azimut, Fondo Italiano di Investimento, European Investment Fund, Fondo Pensione BCC, Unicredit, Cassa Forense e altri investitori istituzionali.

Il valore dell’ecosistema italiano delle startup, spiega il report, pari a circa 67 miliardi di euro (Enterprise Value), è aumentato di 25 volte in 10 anni (più del doppio della media europea), trend accelerato nel 2023 in cui è stata registrata una crescita del 27% a fronte del 7% dell’Europa.

Valore startup ancora basso

Il valore delle startup italiane nel 2023 è equivalente a quello della Spagna nel 2020, della Francia nel 2016 e della Germania nel 2015, dati che evidenziano un gap nello sviluppo dell’ecosistema. Tuttavia, l’incremento nel numero di startup sostenute dal Venture Capital in Italia, passate da 726 nel 2013 a 2.983 nel 2023, traccia la rotta per un’accelerazione del loro sviluppo. La valutazione media delle startup italiane nel 2023 ha, infatti, superato i 22 milioni di euro.

Andrea Di Camillo 555

«Abbiamo voluto realizzare un’analisi approfondita che mettesse in luce la strada fin qui fatta dal Venture Capital italiano e che ci consentisse di mettere a fuoco la sua possibile ulteriore fase di sviluppo – ha commentato a finewsticino.ch Andrea Di Camillo (immagine in alto), Founder e Managing Partner di P101.

La traiettoria di crescita complessiva dell’ultimo decennio è stata significativa, in termini di volumi, investimenti, creazione di imprese innovative e impatto sull’economia: le oltre 50 società in cui P101 ha investito nel decennio, nello stesso periodo hanno generato ricavi complessivi per 5 miliardi di euro e solo nel 2023 hanno impiegato oltre 5.000 persone e generato un fatturato di circa 1,7 miliardi di euro».

Cosa dicono i dati che avete raccolto sul comparto del venture capital Italiano?

Andrea Di Camillo: «La traiettoria di crescita del VC riflette la maturità raggiunta dall’ecosistema dell’innovazione italiano, l'emergere di realtà con potenziale di ulteriore sviluppo nel settore tecnologico e la crescente consapevolezza che il Venture Capital rappresenta per gli investitori un'opportunità unica di scommettere sull'innovazione, sostenere la crescita delle imprese e contribuire a lungo termine allo sviluppo economico, tecnologico e sostenibile».

Quali sono le prospettive per il 2024?

Di Camillo: I dati e le dinamiche analizzate nel report, ci dicono che la costruzione delle fondamenta dell’ecosistema italiano del Venture Capital è conclusa e che dobbiamo guardare al 2024 come al primo anno di un nuovo decennio decisivo per portare i player dell’innovazione italiana a competere a livello globale. Affinché ciò sia possibile, dobbiamo agire su diversi fronti. Dobbiamo continuare a supportare le aziende che hanno avuto successo nello scorso decennio e che oggi mostrano la scalabilità del loro business e sono pronte a fare un salto dimensionale che sempre più spesso le porterà oltre confine.

Dobbiamo diffondere la cultura del Venture Capital e intensificare il dialogo con tutti gli investitori, sia con quelli che si affacciano per la prima volta a questo settore, sia con quelli che da tempo vedono nel Venture Capital un’opportunità alternativa non solo di diversificazione e di redditività a doppia cifra, ma anche di investimento sostenibile nell’economia e nell’innovazione italiana.

Cosa dice a chi è dubbioso se investire in venture capital?

Di Camillo: Google, Amazon o OpenAI, sono state start up. Chi oggi, con il senno di poi, non investirebbe nelle start up che sono state? Questo è il nostro mestiere: identificare i player del tech di domani, supportandone la crescita, finanziariamente e industrialmente.