OPA Ifis su Illimity, fine dell’era Passera?
Il consiglio di amministrazione di Illimity giudica «congruo» il prezzo dell’OPA lanciata da Banca Ifis, ma segnala lacune informative e rischi di integrazione. Intanto i principali azionisti paiono pronti a consegnare le azioni, mentre il fondatore Corrado Passera rinuncia a manovre difensive.
Lunedì 19 maggio 2025 parte l’offerta pubblica di acquisto di Banca Ifis su Illimity: 3,55 euro per azione, di cui 0,10 azioni Ifis di nuova emissione e 1,414 euro in contanti, per un controvalore complessivo di 298,5 milioni.
Il Cda di Illimity, supportato dalle fairness opinion di Jefferies e Wepartner, ha approvato il comunicato dell’emittente riconoscendo la congruità del prezzo dal solo punto di vista finanziario, ma sottolineando carenze informative, rischi di esecuzione e la distanza fra i modelli industriali dei due istituti.
Soci pronti all’uscita
Il giudizio di equità non frena le defezioni tra i soci. Banca Sella Holding (10 %) si è già detta favorevole all’OPA, e secondo indiscrezioni lo stesso farà FermION Investment Group di Andrea Pignataro (9,4 %).
Resta da capire la posizione di Lr Trust-Fidim, Tensile-Metis Holdings e Atlas Merchant Capital, che insieme detengono il 21,3 % del capitale, ma difficilmente si opporranno al parere degli advisor. Il mercato, con il restante 55 %, sarà l’ago della bilancia.
Conti in rosso e vigilanza BCE
Gli ultimi mesi per Illimity sono stati difficili: l’uscita dal business NPL ha innescato problemi legali su una cartolarizzazione che hanno imposto rettifiche per 53,5 milioni, trascinando il bilancio 2024 in rosso per 38,4 milioni.
Nei conti 2024 pesano anche svalutazioni di avviamenti (39 milioni), accantonamenti per rischi (20 milioni) e rettifiche su note di cartolarizzazione e quote di fondi (59 milioni). La BCE ha già chiesto a Ifis una due diligence post-OPA per calcolare il badwill, da certificare e trasmettere a Banca d’Italia.
Passera senza scudi
A differenza di Banco BPM e Mediobanca, che hanno respinto rispettivamente Unicredit e MPS, Corrado Passera non ha predisposto contromosse per fermare Ifis. Combatterà fino all’ultimo, ma una sua vittoria appare poco probabile; il timore è che possa fare la fine di Alessandro Profumo, relegato ai margini del sistema finanziario.
Passera resta però uno dei pochi banker italiani di respiro internazionale: comasco, classe 1954, vanta un curriculum da «risanatore seriale».
Un curriculum da risanatore
Negli anni ’90 guidò la trasformazione di Olivetti, portandola dalla crisi alle telecomunicazioni con Omnitel (oggi Vodafone) e Infostrada.
Nel 1998 prese in mano Poste Italiane, allora in dissesto: tagliò 20 mila posti, avviò la digitalizzazione, creò BancoPosta e Poste Vita, riportando l’azienda all’utile in quattro anni. Nel 2002 passò a Banca Intesa, che rilanciò con un piano triennale, e nel 2006 firmò la fusione con Sanpaolo IMI, facendo nascere uno dei maggiori gruppi bancari europei.