A Vezia si parla di intelligenza artificiale: tra hype e realtà
Di Danila Rizzi, redattrice di finewsticino.ch
Tra i relatori dell’incontro di Vezia, Marco Zaffalon, direttore scientifico di IDSIA, e Stefania Stan, Head of Group AI Academia Strategy & Research, UBS, hanno affrontato i temi più attuali dell’IA, tra entusiasmo e prudenza.
Zaffaron ha ripercorso rapidamente la storia dell’intelligenza artificiale, termine coniato nel 1956, spiegando come il recente boom, trainato da modelli linguistici come ChatGPT, sia reso possibile solo ora grazie alla disponibilità di dati su «scala miliardaria».
Modelli predittivi e non cognitivi
Ha sottolineato però che i modelli odierni non sono cognitivi ma predittivi, «solo» una rivoluzione linguistica. «Non ragionano, non sono nati per essere affidabili e non devono sostituire il giudizio umano», ha avvertito. «Il rischio, ha aggiunto, è illudersi che l’IA possa fare tutto, ma non è così, «magari lo farà in futuro, ma non ora».
L’implementazione efficace dell’IA in azienda, secondo Zaffaron, richiede team esperti, dati di qualità e processi chiari, altrimenti i progetti falliscono.
Un’opportunità anche per il mondo bancario
A questo proposito, Stefania Stan ha raccontato l’esperienza di UBS nell’integrazione dell’IA.
«Fino a tre anni fa, l’IA era lontana dal mondo bancario; oggi invece viene guardata come un’opportunità concreta per migliorare competitività, efficienza e redditività», ha spiegato.
Ma ha sottolineato che l’IA da sola non basta: è fondamentale creare fiducia nei modelli, rispettare la regolamentazione che è molto rigida nelle banche, garantire facilità d’uso e monitorare costantemente i risultati.
Quadro realistico
UBS collabora da anni con IDSIA e, come ha ricordato Stan, internamente circa 20 ricercatori e oltre 100 dipendenti sono coinvolti quotidianamente nell’applicazione dell’IA, tra tutoring dei modelli e controllo dei processi. «Servono tempo, investimenti, competenze e dati di qualità. Senza questi, ogni progetto rischia di fallire», ha concluso.
L’incontro di Vezia ha così offerto un quadro realistico: l’IA non è più fantascienza, ma la sua adozione richiede consapevolezza, prudenza e competenza.