Unipol si blinda in Bper – e manda un messaggio a Andrea Orcel

Di Maria Chiara Consoli, redattrice di finewsticino.ch a Milano

Ufficialmente, la mossa è un atto di fiducia nelle prospettive del gruppo e nel percorso di integrazione con la Popolare di Sondrio, prevista entro la metà del 2026.

Sul piano finanziario, l’obiettivo dichiarato è quello di gestire con flessibilità un futuro piano di buyback, qualora il mercato lo richiedesse.

Le spiegazioni ufficiali non convincono del tutto

Le motivazioni fornite da Bper hanno rassicurato gli investitori, ma non hanno dissipato tutti i dubbi. Gli analisti ritengono che dietro l’operazione vi sia anche una logica di difesa strategica.

Secondo un report di Santander, l’acquisto «di fatto blinda la quota di Unipol» e rende più difficile un’eventuale scalata esterna. Da tempo, infatti, si ipotizza che Unicredit possa prima o poi mettere gli occhi sulla banca emiliana.

Unipol sale al 29,8%: mossa d’attesa o contromossa?

Unipol detiene già il 19,9% di Bper. Sommando il nuovo 9,9% legato ai derivati, la partecipazione arriverebbe al 29,8%, appena sotto la soglia d’Opa obbligatoria prevista dal Testo Unico della Finanza (30%).

Un passo calcolato con precisione, che rafforza il controllo di Unipol e al tempo stesso evita conseguenze regolamentari. Una mossa che profuma di partita a scacchi tra Carlo Cimbri e Andrea Orcel.

Cimbri e Orcel: due strateghi a confronto

Cimbri, numero uno di Unipol, da tempo coltiva l’idea di un accordo bancassicurativo con Unicredit. Ma conosce bene i rapporti di forza: la capitalizzazione di Unicredit è cinque volte superiore a quella di Bper.

In teoria, Orcel potrebbe acquisire la banca modenese in contanti, senza scossoni finanziari. E dal punto di vista operativo, le due realtà sarebbero altamente complementari, con pochi sovrapposizioni.

Tra curiosità e timore a Modena

A Modena, l’ipotesi di un ingresso di Unicredit viene osservata con curiosità e cautela. Il Ceo di Bper, Gianni Franco Papa, conosce Orcel molto bene: è stato a lungo in Unicredit e ne apprezza le capacità di negoziatore spietato.

Il primo campanello d’allarme era suonato a maggio, quando JP Morgan era apparsa nell’azionariato di Bper con una quota del 9%. Molti avevano ipotizzato che una parte – forse il 4% – fosse detenuta per conto di Unicredit.

BlackRock, l’arbitro silenzioso

Oggi JP Morgan detiene poco più del 3%, ma i timori di una scalata mascherata non sono del tutto svaniti. Nel frattempo, un nuovo protagonista potrebbe fare da sensale: BlackRock, primo azionista sia di Unicredit (oltre il 7,3%) sia di Bper (circa il 5%).

A Modena non dimenticano che nel 2021 BlackRock votò contro le politiche di remunerazione di Orcel, ma appare improbabile che il gestore americano voglia oggi metterne in discussione la leadership. Del resto, il titolo Unicredit è salito del 940% in cinque anni.

Due corse parallele

Anche Bper ha brillato: la sua capitalizzazione è cresciuta dell’835% nell’ultimo lustro. Due storie di successo che si muovono in parallelo – e che, proprio per questo, potrebbero presto incrociarsi.

Che la manovra di Unipol sia una difesa preventiva o un invito al dialogo, resta un fatto: la partita per il controllo del credito italiano è appena iniziata.