Mercati globali verso un 2026 di transizione dopo le scosse politiche
Di Maria Chiara Consoli, redattrice di finewsticino.ch a Milano
Le tregue tariffarie hanno attenuato le tensioni dello scorso anno, ma senza risolvere i conflitti commerciali più profondi. I mercati restano incastrati tra rivalità più intensa tra Stati Uniti e Cina e l’Europa sospesa tra sicurezza americana e legami economici con Pechino.
Il ruolo di rifugio del dollaro viene messo in discussione, mentre l’intelligenza artificiale domina la narrativa finanziaria.
Scenario macro – Crescita nonostante le frizioni
«The Compass 2026» prevede una crescita del PIL mondiale pari a tre virgola uno percento. Gli Stati Uniti dovrebbero espandersi del due virgola uno percento grazie a stimoli fiscali e guadagni di produttività legati all’AI, con inflazione al due virgola nove percento e due tagli dei tassi fino al tre virgola cinquanta percento entro fine anno.
Nell’Eurozona la crescita si fermerà all’uno percento, con inflazione vicina all’uno virgola otto percento e tassi BCE fermi al due percento.
Azioni – Gli Stati Uniti restano il motore
Le azioni globali mantengono potenziale di rialzo, trainate dalla forza dei mercati USA. In Europa la spinta arriva da difesa e infrastrutture, ma domanda debole e lentezza nell’adozione tecnologica ne limitano il ritmo.
«L’economia globale tornerà a tremare, seppur con un’intensità molto più contenuta rispetto a quanto visto quest’anno», ha spiegato Edoardo Campanella, Chief Editor di The Investment Institute.
Europa – Ambizioni elevate, vincoli strutturali
Il vecchio continente entra nel 2026 con piani più incisivi su difesa, competitività e migrazione.
Tuttavia, la forte dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche dai Paesi BRICS+ potrebbe rallentare la transizione green e ridurre i margini di competitività industriale.
Private credit – Settore in espansione da monitorare
Il private credit continua a crescere rapidamente, offrendo diversificazione e rendimenti interessanti rispetto all’high-yield tradizionale. I default recenti negli Stati Uniti hanno però sollevato timori sulla qualità del credito.
Unicredit non prevede un rischio sistemico, ma mette in guardia su un settore caratterizzato da regolamentazione leggera e rating più deboli. «Opportunità di rendimento, ma selettività e due diligence rigorosa restano cruciali».
Asset allocation – Resilienza e qualità al centro
La strategia 2026 privilegia diversificazione e prudenza nella gestione del rischio. Overweight su azioni e debito dei mercati emergenti, sostenuti da valutazioni più attraenti e trend strutturali.
Posizione neutrale su azioni e obbligazioni dei Paesi sviluppati, frenati da valutazioni elevate e pressioni fiscali. Chiara la preferenza verso emittenti con bilanci solidi, flussi di cassa resilienti e governance robusta.
Opportunità per chi sa navigare la complessità
Il 2026 sarà un anno di transizione meno drammatico del precedente, ma cruciale per i nuovi equilibri economici globali.
Una gestione attenta del rischio, focus sulla qualità e selettività potranno tradursi in resilienza e ritorni interessanti in uno scenario ancora lontano dalla stabilità.


