Carlo Messina di Intesa Sanpaolo chiude alle acquisizioni
Di Maria Chiara Consoli, redattrice di finewsticino.ch a Milano
Intesa Sanpaolo chiude i primi nove mesi del 2025 con soddisfazione, nonostante un lieve calo del margine di interesse nel terzo trimestre. Il Ceo Carlo Messina ha già messo mano al nuovo piano industriale, che sarà presentato a febbraio 2026 insieme ai risultati dell’anno in corso.
Ma il messaggio di Messina è netto: il capitale in eccesso non servirà per operazioni di crescita esterna. «Il capitale in eccesso, realmente sostanziale, appartiene per definizione ai nostri azionisti», ha dichiarato. «Non vediamo alcun tipo di opportunità di M&A».
Nuova politica dei dividendi in arrivo
Con un Return on Equity (RoE) del 20 percento, Intesa Sanpaolo continuerà a generare un significativo eccesso di capitale nei prossimi anni. «Questo fa parte di ciò che stiamo preparando per il nuovo piano aziendale», ha spiegato Messina.
Il Ceo ha aggiunto che la banca discuterà le linee guida con il consiglio di amministrazione e con l’autorità di vigilanza. «Non appena avremo completato questo processo, all’inizio di febbraio, annunceremo una nuova politica sui dividendi».
Aspettative M&A da ridimensionare
Messina ha anche voluto frenare le aspettative su eventuali operazioni di consolidamento bancario o assicurativo.
«Considerando il contesto M&A in Italia, non credo che ci saranno cambiamenti significativi nei prossimi mesi», ha detto. «Nel corso del 2026 vedremo cosa accadrà agli altri concorrenti che non hanno concluso accordi nel 2025. In ogni caso, Intesa Sanpaolo non farà parte di alcun tipo di consolidamento nel contesto bancario e assicurativo».
Come già fatto da Andrea Orcel, Messina vuole abbassare le aspettative dei potenziali venditori, consapevoli della forte capacità di generazione di cassa del gruppo.
Utili record e leadership confermata
Messina ha voluto riportare l’attenzione sui risultati: «Abbiamo appena registrato il nostro miglior utile netto di sempre nei primi nove mesi – pari a 7,6 miliardi di euro, di cui 2,3 nel terzo trimestre – con un rapporto CET1 aumentato di oltre 100 punti base».
Il ROE si attesta al 20 percento, mentre l’utile per azione è cresciuto del 9 percento. «Si tratta di risultati eccellenti che confermano la nostra posizione di leader», ha sottolineato Messina. «Siamo sulla buona strada per superare il nostro obiettivo di utile netto per l’intero anno, ben oltre i 9 miliardi di euro, considerando anche le decisioni manageriali del quarto trimestre che rafforzeranno la profittabilità futura».
Il «Leone» in stand-by
Le Generali non sono state al centro della conference call con gli analisti, ma il tema resta sul tavolo. Messina sa bene che il Governo potrebbe, in futuro, chiedere a Intesa – insieme ad altri soggetti come Unicredit e le fondazioni bancarie – di rilevare la quota del 13 percento di Generali in mano a Mediobanca.
Tuttavia, Messina ha già fatto sapere di non essere favorevole all’acquisto di partecipazioni di minoranza. «Quando investo, investo per comandare», ha ribadito in passato.
Una banca per il Paese – ma non a ogni costo
Nel 2017, Messina aveva accarezzato l’idea di acquisire Generali, ma il progetto fu bloccato dalla Compagnia di San Paolo, uno dei principali azionisti della banca. Da allora, Intesa Sanpaolo ha rafforzato la propria presenza nel settore assicurativo, tanto che oggi un’eventuale acquisizione di Generali comporterebbe inevitabili cessioni di asset per motivi antitrust.
Pur ribadendo il ruolo di «banca per il Paese», Messina ha chiarito che Intesa non intende farsi promotrice di un’operazione di sistema. «Se il Governo dovesse chiedercelo, valuteremo. Ma non saremo noi a fare il primo passo – e certamente non a qualsiasi prezzo».


