Il Governatore di Bankitalia ritiene che l’inflazione continuerà a scendere creando le condizioni per un taglio del costo del denaro. Timori per la tenuta delle famiglie.

Fabio Panetta, nel corso del suo primo incontro con l’Associazione Bancaria Italiana da quando è rientrato da Francoforte per sostituire Ignazio Visco alla carica di Governatore della Banca d’Italia, ha spiegato che l'inflazione è in calo e continuerá a scendere creando le condizioni per un taglio dei tassi della Bce, anche se non si è sbilanciato con una previsione puntuale su quando questo taglio verrà effettuato.

Nel corso incontrando il comitato esecutivo dell'Abi Panetta ha illustrato i suoi obiettivi e il suo metodo. «Il mio proponimento – ha detto – è quello di lavorare insieme alle banche, nei prossimi anni e nei rispettivi ruoli con un rapporto di collaborazione e cooperazione franco e costruttivo». «In Italia la novità positiva è che l’inflazione è sotto controllo: è tornata stabilmente al di sotto del 2% e prevediamo che rimanga sotto il 2% nel prossimo triennio», ha poi aggiunto.

Vicino taglio tassi

Panetta ha lasciato da poche settimane l’incarico in Bce e con esso sembra avere abbandonato le cautele che tutti i banchieri centrali osservato sulla tempistica due tagli dei tassi.

«Sono convinto – ha detto – che la disinflazione sia in atto, che sia forte e che proseguirà. Non mi lancio in previsioni, anche perchè non lo so e se lo sapessi non ve lo direi. Ma si può ragionare sulle condizioni che consentiranno il taglio. Credo si stia andando nella direzione giusta. Vedremo se i dati confermeranno questa tendenza nelle prossime settimane».

Situazione geopolitica

Il Governatore, che farà il suo primo discorso al mondo finanziario italiano in occasi e del meeting Assiom Forex in calendario il 9 e 10 febbraio prossimi a Genova, non ha nascosto i timori che la situazione geopolitica possa pesare negativamente sulla stato dell’economia italiana.

In particolare nel suoi discorso ai banchieri si è soffermato su «questa emersione di tensioni che non consentono il trasporto di merci e di beni possono avere dei contraccolpi più ampi sul costo del materie prime. E potrebbero mettere a rischio il processo di disinflazione».

Ottimismo su banche, ma non per sempre

Panetta ha ribadito la convinzione della banca centrale che l’Italia si trovi in una fase di rallentamento del ciclo economico. Secondo Bankitalia, il 2023 dovrebbe registrare una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7%. Nel 2024 la cresciuta sarà sotto l'1% per poi tornare intorno all'1% nel 2025. Al momento, ha sottolineato, per le banche italiane «le cose vanno bene.

C'è redditività, i coefficienti patrimoniali sono in linea con le banche europee, e i famigerati Npl sono bassi, ma non va tutto bene per sempre. Il primo elemento di attenzione è la liquidità: le banche che saltano lo fanno sempre per la liquidità. Oggi è abbondante, però la Bce la sta restringendo e questo avrà un effetto sull'aggregato».

Tensione finanziaria

Il banchiere ha infine espresso timori per l’aumento dei segnali di tensione finanziaria per imprese e famiglie.

«Sono tensioni di carattere prima finanziario che poi diventano difficoltà a rimborsare. Parliamo di piccole cose, ma la velocità di questa progressione è indicativa», ha continuato Panetta, spiegando che «quello che conta per l'emersione dei crediti deteriorati non è tanto la violenza della caduta, ma quello che fa male, come abbiamo visto nel caso della crisi del debito sovrano, è la persistenza di un economia che non cresce, la durata delle tensioni economiche e finanziarie». Sarà da verificare, quindi, «se questa fase di debolezza dell'economia continuerà».