Dopo la romana Banca del Fucino, Fondazione Crt entra nella banca piemontese con una quota del 6% per sostenere lo sviluppo. Fabrizio Palenzona si rafforza anche sconfiggendo il dissenso.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

La politica territoriale della Fondazione Crt sotto la guida di Fabrizio Palenzona passa anche attraverso Asti. Dopo l’investimento di 2 milioni che è valso l’acquisto dello 0,7% del capitale della romana Banca del Fucino, l’ente torinese, la terza fondazione bancaria italiana con un patrimonio di 2,5 miliardi di euro, ha acquistato il 6% della Banca di Asti.

L’accordo, atteso da settimane, è stato formalizzato il 12 aprile con la sottoscrizione di un patto parasociale della durata di cinque anni.

Azioni destinate

La Fondazione presieduta da Fabrizio Palenzona affianca nel capitale di Banca di Asti Fondazione Cassa di Risparmio di Asti (31,8%), Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (12,91%), Banco Bpm (9,99%) e Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli (4,20%) che hanno confermato le rispettive quote.

Le azioni destinate alla Fondazione Crt saranno acquistate sul libero mercato dalla stessa Banca di Asti che le cederà via via alla Crt. Al closing la Banca di Asti ha venduto a Fondazione Crt azioni proprie per un valore di circa 10,9 milioni di euro, pari all’1,77% del capitale, a un prezzo unitario di 8,75 euro per azione.

Si rafforza strategia

La strategia di Palenzona sembra ispirata al desiderio di avere una copertura sempre maggiore del territorio nazionale, già assicurata dalla quota storica in Unicredit. Banca di Asti è una banca che fa ancora il mestiere della banca «all’antica», con massima attenzione al territorio.

Per Palenzona «l’impegno di F.Crt in Banca di Asti conferma l’attenzione allo sviluppo dell’economia dei territori piemontesi. Grazie al sostegno di tutti i suoi azionisti, l’istituto astigiano potrà diventare un esempio concreto di banca capillarmente diffusa sui territori, ma anche polo per l’attrazione di investimenti di caratura europea al servizio delle famiglie e delle troppo spesso dimenticate piccole e piccolissime aziende, che costituiscono la ricchezza e il futuro del nostro territorio».

Banca dei territori

L’intera operazione, spiega una nota, è finalizzata a sostenere lo sviluppo strategico/industriale e di lungo termine della Banca quale una delle principali banche di prossimità per il Piemonte e il Nord del Paese.

Il Presidente di Fondazione CR Asti, Mario Sacco, ha spiegato: «Ho sempre definito la Banca di Asti come banca dei territori proprio per la forte presenza nell’azionariato delle Fondazioni che rappresentano le comunità economiche e sociali locali. L’ingresso di F.Crt conferma tale principio. L’operazione dimostra anche la fiducia che viene riposta nella banca in termini di espansione del mercato e di redditività».

Addio Bonadeo

Come accaduto con Lamberto Andreotti, ex vicepresidente di Unicredit ed ex presidente del Comitato nomine di Unicredit, la cui testa è stata chiesta e ottenuta da Palenzona una volta risultato chiaro che Pier Carlo Padoan sarebbe stato confermato presidente

Il numero uno della Fondazione Crt ha indotto alle dimissioni il consigliere di indirizzo Corrado Bonadeo che contestualmente ha anche ritirato la sua candidatura dalla lista dei cooptati, in vista del rinnovo del Consiglio di indirizzo del 19 aprile, manifestando l’indisponibilità a ricoprire cariche all’interno di Fondazione Crt.

Le dimissioni

Bonadeo, che pure è stato fra i fautori della nomina di Palenzona in Crt, una volta appreso che non sarebbe rientrato in nessuno dei nuovi organi consiliari della Fondazione, in nome della voglia di discontinuità che è stato il presupposto dell’elezione di Palenzona, aveva cercato di organizzare sin colpo di mano che avrebbe dovuto portarlo alla presidenza con il sostegno di una fronda interna.

I carteggi legali intercorsi in queste settimane fra le parti devono avere convinto Bonadeo a desistere dalla lotta ottenendo l’onore delle armi. «Le dimissioni – si legge nella nota della Fondazione – dissipano ogni questione insorta negli ultimi giorni in seno al Consiglio di indirizzo e non precludono in alcun modo la possibilità che si presentino in futuro altre occasioni di collaborazione».