Troppa carta nelle offerte bancarie, è ora di mettere il cash

Volendo usare una celebre battuta di Al Capone e Robert De Niro nel film «Gli Intoccabili», il consolidamento bancario in Italia finora è stato «Tutto chiacchiere e distintivo». Tradotto in parole semplici ci sono stati tanti annunci, poco cash e molta carta. La situazione sta cambiando?

Con quella lanciata da Mediobanca su Banca Generali sono quattro le offerte pubbliche di scambio oggi sul mercato:

  • quella lanciata da Mps su Mediobanca con un concambio di 2,3 azioni Mps ogni azione Mediobanca
  • quella lanciata da Unicredit su Banco Bpm con un concambio di 0,175 azioni Unicredit ogni azione Banco Bpm
  • quella lanciata da Bper su B.P.Sondrio come un concambio di 1,45 azioni Bper per 1 azione B.P.Sondrio
  • quella lanciata da Mediobanca su B.Generali che prevede un concambio di 1,7 azioni Generali per ogni azione B.Generali

Al netto di ogni considerazione di merito sulle singole offerte non è un caso che la sola offerta pubblica di acquisto cash, quella lanciata da Banco Bpm su Anima, sia anche l’unica ad essere andata in porto seppur dopo un rilancio rispetto al prezzo iniziale.

La presenza in molti dei soggetti coinvolti dei medesimi azionisti rende difficile da interpretare lo scenario. Quel che è certo è che per smuovere le acque oltre alla carta serve che faccia il suo ingresso in partita sua maestà «il contante».

Philippe Donnet più solo

Se l’operazione messa in piedi da Mediobanca dovesse andare a segno il Cda delle Generali appena rieletto si troverebbe nella condizione non invidiabile di avere avuto il voto contrario dei primi tre azionisti assoluti, Una situazione non agevole anche per un vecchio lupo di mare come Philippe Donnet, Ceo del Leone.

Tolta Mediobanca, il primo socio del Leone diverrebbe Delfin, holding degli eredi Del Vecchio, con il 9,93% seguiti dal Gruppo Caltagirone con il 6,82% e Unicredit con il 6,7%, secondo i dati resi noti in assemblea.

Delfin e Caltagirone in prima linea

Il mercato però ha finora dimostrato di non credere che il duo Delfin/Caltagirone posse essere in grado di guidare una compagnia come le Generali. «Mancano di esperienza, non hanno un track record finanziario che li renda credibili per un compito che è assai arduo», spiega un banchiere d’affari.

In molti si aspettano che nella partita possano irrompere da un momento all’altro Unicredit o Intesa Sanpaolo che potrebbero essere l’acquirente naturale di tutte o parte delle azioni del duo italiano.

Rischi regolamentari all’orizzonte

Delfin e Caltagirone sono pesantemente impegnate anche nell’offerta presentata dal Monte dei Paschi su Mediobanca. Del Monte controllano rispettivamente il 9,8% e il 9,9% mentre hanno in pancia una quota complessiva del 27,203% di Mediobanca (19,812% Delfin, 7,391% Caltagirone).

E’ molto probabile che se dovessero monetizzare le azioni Generali potrebbero convogliare le nuove munizioni sulla partita Mps/Mediobanca. In molti credono che il concambio contenuto nell’offerta possa essere rivisto anche se, in punta di diritto e di logica, Mediobanca stessa considera il 13,02% di Generali che ha in pancia equivalente al 100% del capitale di Banca Generali, questa equivalenza potrebbe in linea teorica salvare il concambio.

Scetticismo del mercato

E’ evidente che il cammino dei due soci italiani è costellato di rischi, il più grave dei quali è la contestazione di un’azione di concerto che li porterebbe al lancio di una o più offerte obbligatorie.

Mediobanca già dallo scorso mese di marzo aveva segnalato alla Bce i due soci esprimendo preoccupazioni sul fatto che questi possano acquisire il controllo di tre delle più importanti istituzioni finanziarie italiane, Mps, Mediobanca e Generali, senza l’approvazione delle autorità di vigilanza. Il faro di Francoforte è acceso e quindi le mosse devono essere accorte.

Unicredit che fa?

Da capire quali saranno le mosse di Unicredit che ha votato contro la lista presentata da Mediobanca per il Cda delle Generali. in molti si aspettano una mossa di potenza nel capitale del Leone e lo stesso si aspettano anche da Intesa Sanpaolo che già nel 2019 era stata vicina a fare un’offerta per il Leone.

Quel che è certo è che la borsa si aspetta un rilancio dell’offerta pubblica di scambio lanciata su Banco Bpm. I valori di mercato delle due azioni esprimono un concambio superiore a quello dell’offerta lanciata dalla banca guidata da Andrea Orcel.