Mediobanca volta pagina – finisce l’era di Cuccia

Di Maria Chiara Consoli, redattrice di finewsticino.ch a Milano

Il 28 ottobre 2025 resterà una data simbolica: è stata l’ultima assemblea di Mediobanca celebrata secondo il rito voluto da Enrico Cuccia, il fondatore che plasmò la finanza italiana del dopoguerra.

Fondata nel 1946, quando Milano portava ancora le cicatrici della guerra, Mediobanca nacque per sostenere la ricostruzione industriale del Paese. Fu creata su iniziativa di Raffaele Mattioli, allora presidente della Banca Commerciale Italiana, e dello stesso Cuccia, con il sostegno di tre banche allora controllate dall’IRI: la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e il Banco di Roma, oggi confluite rispettivamente in Intesa Sanpaolo e UniCredit.

Un rito carico di significato

Cuccia, antifascista convinto, aveva voluto che le assemblee si tenessero sempre il 28 ottobre, in aperta contrapposizione al giorno della Marcia su Roma, anniversario dell’ascesa del fascismo.

Celebrando l’assemblea in quella data, Mediobanca impediva simbolicamente che quel giorno potesse tornare a essere una festa. Era un modo per marcare la distanza dai fantasmi del passato. Con il nuovo corso, però, questa tradizione non sarà più rispettata – un segnale, forse, che il dopoguerra italiano si chiude davvero qui.

Bilancio a dicembre e allineamento con MPS

Sotto la guida di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS), Mediobanca cambierà anche il calendario del bilancio: la chiusura sarà spostata al 31 dicembre, come la controllante. L’obiettivo è armonizzare le due realtà e rendere più coerenti i risultati contabili.

Ma non è solo una questione di date: è un cambio di pelle profondo. Per la prima volta, il nuovo management non proviene da Piazzetta Cuccia. Alessandro Melzi d’Eril è stato nominato amministratore delegato e Vittorio Grilli presidente – due figure esterne, mai legate prima d’ora alla banca simbolo del potere finanziario milanese.

Addio ai riti della stanza di Cuccia

Per decenni, Mediobanca è stata custode di riti e simboli quasi sacrali. Il più noto era il rispetto assoluto per la stanza di Enrico Cuccia, rimasta intatta dopo la sua morte e mai riassegnata.

Entrarvi era un privilegio concesso solo a pochi. Tra questi, Giorgio La Malfa, figlio di Ugo La Malfa – storico amico di Cuccia – che poteva utilizzare quello studio durante le sue visite a Milano.

Oggi, il nuovo management ha scelto di entrare in punta di piedi in questo luogo-simbolo della finanza italiana, mostrando rispetto ma anche consapevolezza che un’epoca si è conclusa.

Un nuovo capitolo per la banca simbolo

«Sono emozionato e onorato di poter assumere questa carica in un gruppo che è al centro del sistema finanziario del nostro Paese da decenni», ha scritto Melzi d’Eril in un messaggio ai circa 5.500 dipendenti della merchant bank dopo la nomina.

«Da oggi – ha aggiunto – iniziamo a scrivere insieme un nuovo capitolo della storia della banca. Sono certo che sarà ricco di importanti successi grazie al contributo di tutti noi».

Con queste parole si chiude ufficialmente l’era di Alberto Nagel e Renato Pagliaro, che hanno guidato Mediobanca per quasi vent’anni, e si apre una nuova fase per una delle istituzioni più iconiche del capitalismo italiano.