I nuovi strumenti consentono anche agli investitori retail di esporsi a investimenti illiquidi con orizzonti di lungo periodo.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Dal 10 gennaio del 2024 sarà applicabile il regolamento Eltif 2.0 relativo ai fondi di investimento europei a lungo termine (Eltif) che si inserisce nel pacchetto di riforme annunciate dalla Commissione Europea che ha fra gli obiettivi anche quello di rendere più accessibile questo genere di investimenti in particolare per i piccoli investitori che vogliano esporsi a investimenti illiquidi con un orizzonte di lungo periodo.

Gli Eltif rappresentano uno strumento di finanziamento dell’economia reale dell’Unione Europea che investe in una vasta gamma di ambiti quali ad esempio infrastrutture sociali e trasporti, attività reali e Pmi e rappresentano l’unica etichetta di fondi di investimento alternativi che gode di un regime armonizzato tale da permetterne la distribuzione transfrontaliera tanto ad investitori professionali che al dettaglio.

Fondi alternativi

Ad oggi, il mercato europeo degli Eltif risulta meno sviluppato rispetto agli altri fondi alternativi e vede l’Italia al primo posto per i volumi di mercato (28 Eltif commercializzati per un volume collocato di circa 1,83 miliardi di Euro).

Il motivo è principalmente da rintracciarsi nelle limitazioni sino ad oggi previste dalla disciplina in materia e relative, tra le altre cose, a investimenti ammissibili, limiti di concentrazione e accessibilità per gli investitori al dettaglio.

Nessuna soglia investimento

I nuovi fondi eliminano la soglia di investimento minimo di 10.000 euro e il requisito che rappresentino non più del 10% del patrimonio individuale. Inoltre è stata eliminata la soglia minima dei 10 milioni di euro per investimento in singole attività ed è stata alzata a 1,5 miliardi di euro la soglia di capitalizzazione di mercato delle imprese di portafoglio ammissibili.

L’apertura al retail degli investimenti illiquidi, sottolineano gli esperti, non è un cammino che va intrapreso a tutti i costi dagli investitori, ma va realizzato esclusivamente tenendo ben presente le specificità e criticità tipiche di questi investimenti e del contesto in cui viene realizzato. Gli Eltif 2.0 sono uno strumento in grado di raggiungere – a oggi – i migliori compromessi tra investire in asset non quotati e premio di illiquidità.

Illiquidità genera opportunità

«Gli asset privati godono di una certa capacità di resilienza a recessioni e ondate inflattive» ed per questo che «hanno fornito rendimenti duraturi». Ne è convinto Sergio Trezzi, managing director di Nuveen spiegando che ciò che risulta fondamentale per l’investitore in un contesto incerto come quello attuale è la riduzione dei rischi a favore dei rendimenti. I mercati privati possono essere una scelta d’investimento strategica.

Nonostante l’illiquidità delle partecipazioni sia stata spesso reputata un limite, spiega Trezzi, «la stessa illiquidità crea anche opportunità» dato che l’orizzonte temporale dell’investimento è generalmente più lungo per i mercati privati e molte opportunità, tra cui le attività di fusione e acquisizione e i turnaround, richiedono maggior tempo per l’esecuzione.

Inoltre conclude «le transazioni private offrono all’acquirente una trasparenza di gran lunga superiore rispetto a quella offerta agli investitori del mercato pubblico».