Nel 2024 è prevista una nuova ondata di crediti in sofferenza e il settore si prepara ad affrontarlo anche ipotizzando nuove integrazioni.

Dell'inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Il mondo finanziario italiano si appresta a registrare i dati dei bilanci del 2023, che, per il settore bancario in particolare, saranno di enorme soddisfazione senza però sottovalutare le crepe nel comparto dei crediti, che iniziano ad essere sempre più ampie e visibili.

Secondo l’outlook realizzato da Abi e Cerved nel 2024 l’aumento dei flussi di nuovi Npl interesserà ogni settore, con un peggioramento più accentuato per le costruzioni, i servizi e l’industria.

Le società specializzate nella lavorazione dei crediti deteriorati, il cui ruolo è stato essenziale nel corso degli ultimi anni per portare lo stock di questo genere di crediti nei bilanci delle banche agli attuali minimi storici, si stanno preparando.

Analisi del Governo Italiano

Anche attraverso operazioni di integrazione. La più importante è stata quella annunciata recentemente da Ion, che ha acquistato Prelios. Il merger, il cui closing è previsto per marzo, è ora all’analisi del Governo Italiano che dovrà decidere se esercitare o meno il Golden Power per bloccarla.

Il supplemento di analisi governativa è stato in parte una sorpresa per i due soggetti interessati, ma colpi di scena contrari alla conclusione del deal al momento sembrano esclusi.

Gardant preda perfetta

In attesa che l’integrazione vada definitivamente in porto il mercato si interroga su quale potrebbe essere la prossima preda. Secondo alcune indiscrezioni di stampa pubblicate dal quotidiano «Mf», Gardant potrebbe essere la candidata ideale per l’acquisto e Dovalue, che ha nella giapponese Softbank il suo azionista di riferimento, il potenziale acquirente.

Gli analisti di Equita, in un report, hanno valutato positivamente l’eventuale operazione di integrazione, purché avvenga a multipli non eccessivamente elevati.

Aziende italiane

Gardant nasce nel 2021 dalla riorganizzazione del Credito Fondiario che ha portato alla creazione di due entità indipendenti: CF+, una challenger bank specializzata per pmi e aziende italiane e Gardant, gruppo industriale specializzato nell’attività di credit servicing e di investimento in crediti illiquidi e deteriorati.

La separazione venne effettuata per consentire alle due realtà di cogliere le opportunità di mercato.

Governo tifa per soluzione italiana

Considerata la criticità e la centralità del settore creditizio, l’esecutivo italiano tifa affinché il consolidamento avvenga fra soggetti italiani. Antonino Turicchi, manager molto vicino al Governo, con il premier Giorgia Meloni che lo vorrebbe alla guida della Cassa Depositi e Prestiti è presidente di Gardant Investor Sgr e manager molto ascoltato dalla proprietà.

Tra i potenziali candidati al matrimonio i due nomi più gettonato sono quelli di Intrum oltre a quello della già citata Dovalue. Chiunque sia il compratore è da escludere che l’eventuale acquisto possa essere effettuato a prezzi scontati.

Investimenti effettuati

Il servicer guidato da Mirko Briozzo e presieduto da Flavio Valeri, ha circa 44 miliardi di crediti in gestione, 20 miliardi di posizioni in special servicing e 1,2 miliardi di investimenti effettuati in non performing exposure. Inoltre è controllato da fondo Elliott che non risulta avere alcuna urgenza di vendere. Per fargli cambiare idea serviranno argomenti convincenti.